Mantova è stata una città ebraica di prim'ordine: oggi ne rimangono poche testimonianze, ma è ancora possibile effettuare una passeggiata nella zona del ghetto alla ricerca delle ultime tracce rimaste, esperienza che hanno fatto gli studenti delle classi 2CE e 2AE rispettivamente il 3 e il 10 maggio guidati dal prof. Emanuele Colorni, ex presidente della comunità ebraica mantovana che ha saputo catturare l’attenzione degli studenti camminando in un’area pressappoco rettangolare (compresa tra via Dottrina Cristiana, via Pomponazzo, via Calvi, via Giustiziati e via Spagnoli) dove sorgeva il vecchio ghetto. Oggi restano solamente la facciata di una casa a quattro piani, abbellita da stucchi e da una serie di pannelli in cotto, in via Bertani (la cosiddetta “Casa del rabbino”) e pochissime altre tracce (qualche esile balconcino col piano in marmo, qualche panciuta ringhiera in ferro battuto e qualche portale in marmo). Solo il nome di una via (via Scuola Grande) ricorda il luogo dove sorgeva la più grande sinagoga mantovana, oggi è rimasta solo una delle sei grandi sinagoghe che erano nell’area del vecchio ghetto ubicata in via Govi, la sinagoga Norsa dove gli studenti hanno avuto la possibilità di entrare per apprezzarne la struttura e le particolarità spiegate dal prof. Colorni cui la Tōrāh, il matroneo, le scritte in ebraico che decorano le pareti, gli arredi in ferro battuto. Si ringrazia la comunità ebraica per aver dato la possibilità agli studenti di conoscere una parte significativa della città e della storia del territorio mantovano.
prof.ssa Piva